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Presenze #4, 2020 © Mauro Marletto
Mino Di Vita intervista Mauro Marletto che si è aggiudicato il primo posto del fotocontest #VIRTUALLY01 con il progetto Presenze.
Mino Di Vita: Quali sono state le motivazioni che ti hanno spinto a dedicare le tue energie alla fotografia di ricerca e da quanti anni la stai sviluppando?
Mauro Marletto: Ho scelto la Fotografia di ricerca come mezzo d’espressione, da circa 10 anni, perché trovo che sia quello più in linea con la mia visione di fotografo artista e per descrivere al meglio i miei progetti. Il mio obiettivo, è infatti quello di esprimere un’idea, un messaggio, o un’emozione. Di raccontare un mio punto di vista della realtà che mi circonda. Mi piace fotografare le persone immerse nella loro quotidianità, fatta di gesti semplici in cui traspare una certa solitudine tipica dei tempi che stiamo vivendo. Attraverso le mie immagini, cerco inoltre di comunicare allo spettatore, l’inquietudine che provo per il trascorrere del tempo. Sono metafore di stati d’animo segnali dell’incertezza del vivere, ciò che definirei nostalgia del presente, cioè quella sensazione abbastanza diffusa, di non riuscire ad afferrare e vivere il presente, avendo l’impressione che qualcosa stia già scomparendo nel momento stesso in cui si manifesta.
MDV: Spesso tra i tuoi soggetti spiccano le architetture, quale significato si nasconde dietro questa scelta?
MM: L’inquietudine che provo per il trascorrere del tempo non la riscontro solo nei rapporti tra le persone, ma anche nelle forme circostanti come le architetture o gli oggetti, di cui mi piace osservare le loro trasformazioni e i segni lasciati dal tempo sulla realtà oggettiva.

Presenze #2, 2020 © Mauro Marletto
MDV: Quali sono gli autori che più influenzano i tuoi progetti fotografici e perché?
MM: Sono quegli autori, e non solo fotografi, che attraverso i loro lavori, danno una loro precisa opinione del mondo che li circonda e sovente con stili molto particolari riescono anche a reinterpretarlo. Alexandr Rodchenko mi colpisce per i differenti punti di vista delle sue immagini, creando sensazioni nuove, sconcertanti, di forte impatto con visuali che traggono in inganno lo spettatore, liberando la fotografia da molte delle sue convenzioni. Edvard Munch per la sua ricerca nell’esprimere le visioni più sottili dell’anima. Edward Hopper per il forte senso di inquietudine nella sua pittura. Lui diceva “non dipingo quello che vedo, ma quello che provo”.

Presenze #3, 2020 © Mauro Marletto
MDV: Dove trovi la tua ispirazione?
MM: Mi affido alle sensazioni e alle atmosfere che percepisco guardando la vita di tutti i giorni. Ne esce quindi una fotografia più intima e più poetica. Non a caso le persone che fotografo sembrano sospese nel vuoto, sono persone senza tempo, sono persone reali ma con un piede che tenta di uscire dalla realtà.

Presenze #5, 2020 © Mauro Marletto
MDV: Come si svolge il tuo processo creativo?
MM: Il mio processo creativo si svolge sostanzialmente in tre passaggi: Ideazione realizzazione e postproduzione. Il primo è il momento istintivo che parte da un’idea o da un bisogno di raccontare qualcosa che mi colpisce in un dato momento. Il secondo è la parte pratica cioè quando ho chiaro in testa come svolgere il lavoro cerco materialmente i posti dove realizzare le foto. Il terzo, attraverso la postproduzione tolgo tutto ciò che ritengo superfluo una sorta di cancellazione per arrivare all’elezione.

Presenze #6, 2020 © Mauro Marletto
MDV: I temi che tratti nelle tue fotografie sono il risultato di un processo ragionato o istintivo?
MM: Partono da un processo istintivo, che è tutto ciò che precede lo scatto, la nascita di un’idea, la creatività, poi arriva la parte dove ragiono su come realizzare il progetto, la sua maturazione e la sua realizzazione.

Presenze #7, 2020 © Mauro Marletto
MDV: Come descriveresti la fotografia artistica?
MM: È un tipo di espressione libera, che non avendo committenti permette di creare in piena libertà, di essere in piena sintonia con se stessi.

Presenze #8, 2020 © Mauro Marletto
MDV: Secondo te quali sono gli elementi fondamentali per scattare una buona fotografia?
MM: Io non amo le fotografie belle ma fini a se stesse. Una buona fotografia deve stimolare lo sguardo e la curiosità di chi la guarda, deve restituire allo spettatore una realtà nuova, il fotografo creativo non riproduce ma testimonia il mondo, lo interpreta per gli occhi di chi guarda. Attraverso il suo sguardo rende visibile l’invisibile, ed è allora che la fotografia diventa invenzione, quindi arte.

Presenze #9, 2020 © Mauro Marletto

Presenze #10, 2020 © Mauro Marletto
Mauro Marletto (Torino, 1960)
Vivo e lavoro a Torino. I miei primi interessi artistici spaziano dalla pittura alla musica, interessi che ancora oggi mi accompagnano, poi scopro la fotografia, prima in camera oscura con la stampa e poi con la ripresa. In effetti all’inizio scatto foto più che altro per poter operare in camera oscura, finchè un giorno, guardando una rivista con autori famosi,rimango folgorato da un paesaggio di Franco Fontana e da quel momento il mio approccio alla fotografia cambia. Comincio a vederla dal lato artistico e fotografo per trovare un mio stile personale che mi rappresenti. Partecipo a qualche workshop e dopo un periodo come amatore, con qualche mostra e alcune pubblicazioni, decido di unire le mie conoscenze informatiche a quelle fotografiche per diventare professionista. Ho esposto a Trieste, Firenze, Lucca. Stampo le mie foto a tiratura limitata a getto d’inchiostro su carta fineart